I beni dei frati ospedalieri di Altopascio e Gabriele “Cardinale Senese” (1428)

Nel medioevo gli ospedali di campagna presso le strade di lunga percorrenza furono delle istituzioni necessarie e cristianamente doverose per l’accoglienza dei poveri e stremati viaggiatori. Presero il nome dal latino hospitàle (= alloggio per forestieri) e si svilupparono accanto a chiese e monasteri, anche se non di rado vennero gestiti da comunità o ospedali maggiori di città. Furono così importanti che, per assicurarne la sopravvivenza nel tempo, si formarono degli ordini religiosi come gli Ospedalieri di San Giovanni, i Crociferi o i frati di Sant’Iacopo (Giacomo) di Altopascio.
Riguardo a questi ultimi, la loro secolare popolarità è testimoniata in primis dalle ‘pietre’: chi infatti percorre l’autostrada A11 (Firenze-Pisa Nord) può notare, a circa metà del percorso, l’originale architettura della cittadina di Altopascio, già casa madre dell’Ordine, fondata nel secolo XI per soccorrere e rifocillare i pellegrini diretti alla Città Eterna tramite la via Francigena o Romana.
L’ospedale costituì infatti una tappa-snodo stradale importante per la sua posizione, essendo situato tra il pesciatino (nord), le colline dette Cerbaie (sud). Fu circondato anche dagli estesi paduli di Sesto e di Fucecchio, fonti di reddito per la pesca e i mulini ma anche causa di malattie legate alle acque stagnanti e bonificati in parte sia dai monaci benedettini di Sesto che dagli stessi ospedalieri.
Per i molteplici impegni dei frati, Sant’Iacopo ovviamente ebbe necessità di beni propri, che in genere si trovano ricordati vicini alle zone citate e, in modo abbastanza esaustivo, in un documento del 1428, già edito (Muciaccia, 1902 e Malvolti, 2014), ma interessante da riproporre in un diverso contesto.

Era accaduto infatti che, in tempi poveri di mezzi, il Comune di Firenze avesse preso delle decisioni energiche ed emanato una riformagione “sopra e intorno” alla selva della Cerbaia e alle sue proprietà e frutti, in terra come in acqua, compresi paduli, edifici eccetera. Pertanto, per annullarne gli effetti sulle finanze dei religiosi, era intervenuto, nominato da papa Martino V, un “deputato riformatore e aministratore dello spedale di Sancto Iacopo d’Altopascio, sito e edificato nella selva chiamata Cerbaia nel luogho e castello chiamato Topascio nel veschovado di Luccha”. Costui – riporta il manoscritto – fu il cardinale Gabriele dal titolo di San Clemente soprannominato il “Cardinale di Siena”. Anche se non ne dice il cognome, si trattò di uno degli uomini più stimati del suo tempo: Gabriele Condulmer, veneziano, già vescovo di Siena e futuro papa Eugenio IV – anche se, va detto, nelle cronotassi edite dei cardinali di San Clemente appare tale solo fino al 1411.
Comunque, dopo l’emanazione della legge, monsignor Gabriele fece subito debita istanza al comune di Firenze chiedendo che i possessi dell’Ordine nelle Cerbaie fossero mantenuti, aumentati e raccomandati e, a maggior chiarimento, li elencò nella loro totalità secondo quanto reperito nelle antiche scritture, libri, bolle papali e imperiali. Ricevette altrettanto presto la risposta desiderata, ovvero il riconoscimento delle proprietà come giuste e legittime e non comprese nella legge di confisca.

I beni elencati dal manoscritto furono:
“Beni di Altopascio
Altopascio
El castello e la fortezza
La chiesa lo spedale
L’abitationi e terreni possessioni pasture generali aque e paschagioni
Selva senese con sue pertinentie [altrove è detto podere della Torre Senese o Salese, lungo la strada romana].
El luogho chiamato Sivolla [Sibolla, esistente]
Carpinocchio [via di Carpinocchio a Buggiano?]
La Macchia
Luogho e padule di Sexto [oggi pianura, attraversata dal canale scolmatore Rogio] paduly e aque d’Altopascio
San Martino a Greppio [presso Galleno, Fucecchio]
La Simoneta
Colle di Marche
Lo Spidaletto [forse a Galleno]
Salizara [Serezzara in comune di Fucecchio]
Le decime a San Martino [del vescovado di Lucca?]
Le decime del veschovo Anselmo [Anselmo I, † 1073, oppure il successore Sant’Anselmo II, † 1086]
El conte Ughuccione al Matriale e Meletulo [conte Uguccione da Fucecchio, 1097]
La selva Valle Bugia
La pastura di Vignale e di Legnaio
Selva nuova
Massa Piscatoria [Massarella, Fucecchio]
Merlaia e podere di frate Lottieri [Merlaio, Fucecchio]
Le Pruneccie di Massa [forse Prunecce, comune di Montecatini – Massa e Cozzile]
Valle Cava
Montebuono e Santo Angelo
El poggio Asciano
Colle Lisciuto
Le po(s)sessioni di Stafoly [Staffoli, oggi comune di Castelfranco di Sotto]
di Monte Calvoly [comune di Castelfranco di Sotto]
di Ghalleno [Galleno di Fucecchio]
d’Orentano [comune di Castelfranco di Sotto]
di Cappiano [Ponte a Cappiano, Fucecchio]
di Massa castel disfatto
del Terzaio comune et ville disfatte
di Monte Falchone” [Montefalcone, Valdarno, comune di Castelfranco di Sotto].

Paola Ircani Menichini, 11 gennaio 2024.
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